Una delle domande più comuni che ci si pone a seguito della morte di un soggetto riguarda il riparto della responsabilità per i suoi debiti. Iniziamo subito sol dire che con l’accettazione dell’eredità, l’erede subentra in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, facenti capo al testatore.
Per affrontare la questione dei debiti ereditari, ossia dei debiti contratti in vita dal de cuius, assume rilievo la disciplina contenuta negli artt. 752 ss. cod. civ. La dottrina e la giurisprudenza prevalenti ritengono che i debiti del de cuius non costituiscano oggetto di divisione, non facendo parte della comunione ereditaria; tale estraneità si evince dall’art. 752 cod. civ., il quale stabilisce che i coeredi contribuiscono tra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari in proporzione delle loro quoto ereditarie, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto.
Diretta conseguenza di quanto detto è che non sussiste tra gli eredi alcun vincolo di solidarietà: qualora uno di essi rimanga insolvente, il creditore non potrà imputare agli altri la parte rimasta inadempiuta. Viceversa, il coerede che adempia oltre la propria quota, avrà diritto di rivalersi nei confronti degli altri coeredi. Il de cuius può, tuttavia, prevedere la solidarietà degli eredi: in tal modo si deroga alla regola della parziarietà tipica delle obbligazioni ereditarie; una tale previsione avvantaggia il creditore consentendogli, in deroga alla disciplina legale, di chiedere a ciascun coerede il pagamento per intero del debito che egli vanta verso l’eredità.
La regola testé enunciata subisce, dunque, delle eccezioni. Innanzitutto, come sopra detto, il testatore può derogare alla disciplina codicistica: in tale ipotesi la disposizione testamentaria avrà natura di legato in favore degli eredi esonerati ed a carico di quelli onerati; la disposizione, tuttavia, assumerà rilievo nei soli rapporti interni tra i coeredi, non potendosi pregiudicare i diritti riconosciuti ex lege ai creditori ereditari, rispetto ai quali permarrà il regime della divisione pro quota. Ulteriore deroga alla responsabilità infra quotam è prevista dall’art. 754, comma 1, cod. civ., secondo il quale se i beni attribuiti a un coerede sono gravati da pegno ovvero ipoteca, quest’ultimo sarà obbligato nei confronti del creditore oltre la parte su di lui gravante e ciò in virtù del principio secondo il quale l’ipoteca attribuisce al creditore il diritto di espropriazione anche nei confronti del terzo acquirente e dell’ulteriore principio di indivisibilità della stessa. È, in ogni caso, fatto salvo il diritto del coerede di rivalersi verso gli altri coeredi.
Occorre, poi, ricordare che il principio della limitazione della responsabilità dei debiti ereditari non opera in caso di obbligazione indivisibile.
Il fondamentale principio della divisione pro quota dei debiti del de cuius tra gli eredi viene confermato dall’art. 756 cod. civ. che esenta il legatario dal pagamento delle passività ereditarie, salva per i creditori l’azione ipotecaria sul fondo legato, nonché salvo l’esercizio del diritto di separazione. Tuttavia, laddove il legatario abbia provveduto all’estinzione del debito gravante sul fondo legato, egli potrà subentrare nelle ragioni del creditore contro gli eredi.
In ultimo, è opportuno evidenziare come l’importanza attribuita dal legislatore alla diversa volontà del de cuius emerga anche nel caso di disposizione a titolo particolare: l’art. 756 cod. civ., infatti, è norma avente natura dispositiva con la conseguenza che il testatore potrà imporre al beneficiario della disposizione a titolo di legato il pagamento dei debiti ereditari sempre, ma nei limiti del valore del bene legato (art. 671 cod. civ.).
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Who is liable for the debts of the deceased?
One of the most common questions that arise following the death of a person concerns the apportionment of liability for his debts. Let us begin by saying that with the acceptance of the inheritance, the heir takes over all the legal relationships, assets and liabilities, belonging to the testator.
To address the issue of the debts under the succession, i.e. the debts contracted during the lifetime of the testator, the rules contained in arts. 752 et seq. of the Civil Code are relevant. The prevailing doctrine and jurisprudence hold that the debts of the testator are not subject to division, since they do not form part of the community of property; this extraneousness is inferred from Article 752 of the Italian Civil Code, which provides that the co-heirs contribute among themselves to the payment of the debts and burdens of the estate in proportion to their share in the estate, unless the testator has provided otherwise.
A direct consequence of the foregoing is that there is no joint and several liability among the heirs: if one of them becomes insolvent, the creditor may not impute the unfulfilled portion to the others. Conversely, the co-heir who performs in excess of his or her share will be entitled to recourse against the other co-heirs. The de cuius may, however, provide for joint and several liability on the part of the heirs, thus derogating from the rule of partial liability typical of inheritance obligations; such a provision benefits the creditor by allowing him, in derogation from the legal rules, to claim from each coheir the payment in full of the debt he owes to the estate.
The rule set forth above is therefore subject to exceptions. First of all, as mentioned above, the testator may derogate from the codictic discipline: in such a case the testamentary disposition will be in the nature of a legacy in favour of the exempted heirs and at the expense of the burdened heirs; the disposition, however, will be relevant only to the internal relationships between the co-heirs, since it will not affect the rights recognised ex lege to the creditors of the estate, in respect of whom the pro quota division regime will continue to apply. A further exception to infra quotam liability is provided by article 754, paragraph 1, of the Italian Civil Code, according to which if the assets attributed to a joint heir are encumbered by a pledge or mortgage, the latter will be obliged to the creditor beyond the part encumbered on him, and this by virtue of the principle according to which the mortgage gives the creditor the right of expropriation also against the third party purchaser and the further principle of its indivisibility. It is, in any event, without prejudice to the co-heir’s right of recourse against the other co-heirs.
It should also be recalled that the principle of limitation of liability for hereditary debts does not operate in the case of an indivisible obligation.
The fundamental principle of the pro-rata division of the debts of the de cuius among the heirs is confirmed by Article 756 of the Italian Civil Code, which exempts the legatee from payment of the liabilities of the estate, subject to creditors’ mortgage action on the bequeathed estate, and subject to the exercise of the right of separation. However, where the legatee has discharged the debt on the legacy fund, he may take over the creditor’s claims against the heirs.
Lastly, it is worth emphasising how the importance attributed by the legislature to the de cuius’s different will also emerges in the case of dispositions by way of a particular title: in fact, section 756 of the Civil Code is a dispositive provision with the consequence that the testator may require the beneficiary of the disposition by way of a legacy to pay the debts of the estate always, but within the limits of the value of the legacy property (section 671 of the Civil Code).
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